che mi portava lontano,
quella sera,
dagli amplessi tuoi,
non mi parve strano,
o madre,
vederti lacrimare
e io nel cuore.
Ero di età solo due lustri
e, immaturo,
pensavo già al futuro,
senza te
per novella compagnia
in seminario e nuovi amici
che di me si sarebbero presi cura
con la premura
che però non fu la stessa,
or ti confessa
animo provato,
siccome tu facevi.
Chioccia eri: calda
per prole numerosa
e generosa per un figlio
in meno, che allor pensai
non potea costarti niente.
Non era così e fu demente
mio non pensar
perché fu tardi il ripensar
che di me fu tuo dolore
d'altro parto a oblìo.
Chiedesti, seppi appresso,
in pianto a Dio
che calmasse tuo boato:
che di noi qualcosa era spezzato
e, ancor nel mio cuore,
ora che tanti altri lustri son
passati
ricordo quella sera di ottobre
e i pianti non negati
distillano ancora in gocce amare
da sognare rimembranze
d'occasioni negate
e sol belle
in un tempo reso avaro
che dolore rende caro.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Goffredo Godi "Viale alberato" - 1948
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