oggi tanto si pubblica,
e del suo compleanno
si ricorda il malanno
da quando è nazione
dopo la distruzione.
"Quale?" voi direte
e già vi rispondete:
"La seconda guerra"
No! Altra è sotterra
nel cuore degli Italiani
divisi e lontani
europei e nostrani
in due fazioni
per l'euro in precipitazioni.
A perno
di lor governo
a Lega e Pentastella
in comunella
non parve buona
sostituire Savona
con altro nome.
Parve un pronome,
"un chicchessia"
per cui si volle che non sia
più Conte Giuseppe
presidente e poi si seppe
che quel posto passava a Cottarelli
inviso a quelli
che avean pensato
d'avere piegato
il Presidente
che da portier prudente
fece più corta
a loro la porta
con nuovo cammino.
"Apriti cielo!" fu tutto un casino:
umiliarono il custode
che in sua carriera non vantava frode.
So di non far testo
ma vi assicuro che è onesto
a rappresentare la Nazione
la cui storia è gloriosa a porzione.
Vive da settantun'anni
tra beghe e affanni,
senza mancar di glorie e di trionfi
sempre però alterni ai tonfi
con indecisa sorte
di vita o morte:
eccidi, e imboscate,
e Rosse Brigate
con mosse efficienti
e mafie potenti
che spese vistose
ma troppo costose
in vite umane
e cose più strane
che hanno reso l'Italia
vittima e cavia
della lor sordida guerra
mandando sotterra
tanti eroi campioni.
E gl'imbroglioni
della politica han pescato
nel marcio e per sé assicurato
immense ricchezze,
senza scrupoli e con amarezze
di chi ne ha già troppe
e non vede mai coppe
da vincitori.
Emigrano fuori
i figli in altro Stato:
il nostro è malato
di debito ingente
che minaccia gente
di stesso finale che fu dei Greci.
Impauriti alziamo preci
per qual santo votare.
Ci vollero provare
Salvini e Di Maio
che fecero paio,
con loro grinta
speriamo non finta
e lor Contratto
che fosse ultimo atto
per non morire.
Noto però è come andò a finire.
Beffarda Europa
ci lancia ancor sua opa
sorniona e arcigna
e più maligna
con lo spread che minaccia:
alla faccia
della convivenza.
Vuole solvenza
senza curare
dove andremo a parare.
Politica egoista,
acquista
suoi posti
e Greci e Italiani fa polli arrosti.
Ora, Presidente
della nazione più bella,
signor Mattarella,
le siam vicini in questo momento
con affetto e lo scontento,
stesso che lei vive a dolore
per la missione che ha in cuore:
aiutare l'Italia a non fallire,
ma ci faccia pur dire
di fare qualcosa
perché la Sposa
sia più onesta
Questa è la festa
che noi le chiediamo.
Ci dia una mano
perché più rispetto
abbia il popolo retto
ma umiliato come bue
(lo dico a noi due)
viva un futuro
felice e più maturo
e al monumento d'onestà più certo
di fiori porti tal nostro serto.
Fra' Domenico Spatola
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