Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?
3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.
6aE si meravigliava della loro incredulità.
Di sabato la sinagoga è affollata per i riti
di preghiera e di ascolto. Laconico l'evangelista Marco nel presentare Gesù che
insegna, senza fornirci dettagli sui contenuti e sulla modalità. Proviamo a
indovinare dalla reazione dei presenti. Non si odono gli elogi espressi a
Cafarnao, dove la gente era stupita dall'autorevolezza dell'insegnamento con
cui Gesù superava gli Scribi. Il confronto aveva in costoro maturata una
reazione. Avevano scelto di calunniarlo additandolo "collaboratore
di Belzebul" anche quando guariva. Dichiaravano "trucchi di magia"
i suoi interventi a favore dei sofferenti con conseguente divieto di seguirlo.
Il dictat era arrivato a Nazareth "sua patria", qui la folla ripeteva
acriticamente quanto imposto dai loro maestri.
"Donde gli vengono tali cose?" era interrogativo retorico. Presumevano la risposta: "Quella sapienza", non autorizzata da nessuna scuola, e "quei segni compiuti" testimoniavano l'opera del maligno. A loro bastava il pregiudizio di conoscerlo "figlio di Maria" e di sapere dei fratelli e delle sorelle che stavano con loro, per rigettarne il messaggio.
Si preoccupavano i capi della istituzione religiosa di perdere adepti, e perciò imponevano le proprie ossessioni.
Amaro il commento di Gesù su tanta ostinazione : "Un profeta è disprezzato proprio da quelli di casa sua!".
"Donde gli vengono tali cose?" era interrogativo retorico. Presumevano la risposta: "Quella sapienza", non autorizzata da nessuna scuola, e "quei segni compiuti" testimoniavano l'opera del maligno. A loro bastava il pregiudizio di conoscerlo "figlio di Maria" e di sapere dei fratelli e delle sorelle che stavano con loro, per rigettarne il messaggio.
Si preoccupavano i capi della istituzione religiosa di perdere adepti, e perciò imponevano le proprie ossessioni.
Amaro il commento di Gesù su tanta ostinazione : "Un profeta è disprezzato proprio da quelli di casa sua!".
E costretto dagli eventi provò altri campi per la seminagione della Parola.
Fra Domenico Spatola
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