venerdì 24 agosto 2018

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica XXI del tempo ordinario (anno B): Giovanni 6,60-69


Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Il discorso di Cafarnao, incentrato sull'Eucaristia, si rivelò un insuccesso. Gesù dovette incassare il rifiuto, non solo dei capi religiosi, ma degli stessi discepoli. "Duro" ("skleròs"), lo definiscono. Ne rigettano il distacco dai padri, per l'invito di Gesù a seguire il Padre, e la rinuncia all'ambizione di dominio, per farsi dono d'amore essi stessi ("pane"). Mormoravano tutti. Gesù tuttavia non intese cambiare programma e, dando ulteriore affondo alla loro velleità di potere, evocò la morte del Messia: "Questo vi scandalizza? E se vedeste  il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?". La "salita" è conseguenza della "discesa" agli inferi: il binomio inscindibile che qualifica l'avventura del Messia,  con grave scandalo per tutti quelli che lo aspettavano "immortale" Mangiare la sua carne, però non basta, se non ci si fa "pane" per gli altri. Spiega: "È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla", per questo chi accoglie le sue parole che "sono spirito e vita", scopre in sé energie vitali insospettabili.
Ma tra i molti che non credono c'è anche il traditore.  Il fallimento è totale.
Anche a "i Dodici" rivolge l'invito ad andare se non condividono. Simon Pietro non ha alternative a Gesù,  tuttavia non rinuncia a chiamarlo "Santo di Dio", il titolo del "Messia davidico" a ricordargli di risollevare le sorti d'Israele.
È la sua ostinazione che lo condurrà al triplice rinnegamento.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: (volto di Gesù da un dipinto del Masaccio) 

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