lunedì 13 agosto 2018

Fra' Domenico Spatola: Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della solennità della Assunzione di Maria santissima in corpo e anima in cielo: Luca 1,39-56


In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
50di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
51Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
54Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Maria, accolto il saluto dell'Angelo, era divenuta la Madre del Signore e l'abitazione dello Spirito Santo. Luca la mostra subito in viaggio  per comunicare gli effetti del dono ricevuto. Sceglie la via breve e insicura, e, intrepida, raggiunge la casa della parente Elisabetta. Il suo saluto comunica grazia, ma solo a colei che vive stessa fede, escludendo
l' incredulo Zaccaria: "muto" perché "sordo alla parola dell'Angelo". L'evangelista vi adombra il sacerdozio incredulo e riottoso alla novità e alle sorprese dello Spirito.  Mentre Elisabetta, in sintonia con la Vergine, indirizza a lei l'elogio che la tradizione cristiana le riserverà: "Beata te che hai creduto!". Viene  assimilata alla "arca di Iahvé" evocandone l'episodio biblico. Obed Edom di Gat ospitò l'arca in casa sua ricevendone benedizioni, il re David, dopo tre mesi, la volle con sé omaggiandola, lungo il tragitto, di  sua gioiosa danza.
Giovanni, da sei mesi nel grembo della madre, ripropone, per l'evangelista, lo stesso tripudio, infatti danza (skirtàn) al saluto di Maria.
Elisabetta, colma di Spirito Santo, anticipa il battesimo che celebrerà Gesù adulto, ed elogia Maria: "Beata fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!".
La Vergine scioglie al Signore il canto dei poveri e degli umili della terra ("Magnificat"):  "Colui che è il potente abbatterà i potenti dai troni, e innalzerà gli umili", anticipando le  "Beatitudini". I tre mesi di permanenza di Maria nella casa di Elisabetta ricordano stesso periodo in cui l'arca  fu fonte di benedizioni per Obed e per la sua casa.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto del Murillo

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