In
quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la
madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai
miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei
che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora
Maria disse:
«L'anima
mia magnifica il Signore
47e
il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché
ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora
in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49Grandi
cose ha fatto per me l'Onnipotente
e
Santo è il suo nome;
50di
generazione in generazione la sua misericordia
per
quelli che lo temono.
51Ha
spiegato la potenza del suo braccio,
ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52ha
rovesciato i potenti dai troni,
ha
innalzato gli umili;
53ha
ricolmato di beni gli affamati,
ha
rimandato i ricchi a mani vuote.
54Ha
soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi
della sua misericordia,
55come
aveva detto ai nostri padri,
per
Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria
rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Maria,
accolto il saluto dell'Angelo, era divenuta la Madre del Signore e l'abitazione
dello Spirito Santo. Luca la mostra subito in viaggio per comunicare gli effetti del dono ricevuto.
Sceglie la via breve e insicura, e, intrepida, raggiunge la casa della parente
Elisabetta. Il suo saluto comunica grazia, ma solo a colei che vive stessa
fede, escludendo
l'
incredulo Zaccaria: "muto" perché "sordo alla parola
dell'Angelo". L'evangelista vi adombra il sacerdozio incredulo e riottoso
alla novità e alle sorprese dello Spirito.
Mentre Elisabetta, in sintonia con la Vergine, indirizza a lei l'elogio
che la tradizione cristiana le riserverà: "Beata te che hai
creduto!". Viene assimilata alla
"arca di Iahvé" evocandone l'episodio biblico. Obed Edom di Gat ospitò
l'arca in casa sua ricevendone benedizioni, il re David, dopo tre mesi, la
volle con sé omaggiandola, lungo il tragitto, di sua gioiosa danza.
Giovanni,
da sei mesi nel grembo della madre, ripropone, per l'evangelista, lo stesso
tripudio, infatti danza (skirtàn) al saluto di Maria.
Elisabetta,
colma di Spirito Santo, anticipa il battesimo che celebrerà Gesù adulto, ed
elogia Maria: "Beata fra le donne, e benedetto il frutto del tuo
grembo!".
La
Vergine scioglie al Signore il canto dei poveri e degli umili della terra
("Magnificat"): "Colui
che è il potente abbatterà i potenti dai troni, e innalzerà gli umili",
anticipando le "Beatitudini".
I tre mesi di permanenza di Maria nella casa di Elisabetta ricordano stesso
periodo in cui l'arca fu fonte di benedizioni
per Obed e per la sua casa.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto del Murillo
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