Ricorrenza che non dovrebbe essere da calendario, perché ogni violenza è disumana. Eppure oggi va ricordato al maschio violento che "amare non significa possedere l'altra". La "Donna", nella Bibbia è il "dono" di Dio ad Adamo, che riconosce in lei "la carne della sua carne e l'osso delle sue ossa".
Ogni donna, potenziale madre e sposa, gode di carismi ineguagliabili relativi alla duplice missione necessaria per la continuità della specie umana. Ciò basterebbe a far meritare loro già tanto rispetto. Va tuttavia ricordato che ogni donna è principalmente una "persona", e perciò libera perché in grado di autodeterminarsi. Il suo ruolo di "partner" dell'uomo comporta uguaglianza di diritti e doveri.
Progettata per il bello, la donna tuttavia non esaurisce negli estetismi esclusivi le sue potenzialità. In lei eccelle propensione innata al servizio incondizionato, nel quale trasfonde tutto l'amore per coloro che ama. La Bibbia ne fa l'elogio, dichiarandola: "perla d'inestimabile valore". Eppure la Storia, e non solo quella antica, registra misfatti orrendi e abusi, perpetrati dai maschi nei loro confronti, per affermare un potere sul loro corpo, perchè incapaci di conquistare la fiducia del loro cuore. Oggi la denuncia è planetaria, e soprattutto per quegli Stati, dove la cultura, anche quella religiosa, assoggetta le donne a vissuti subumani e da autentica schiavitù.
Doverosa è perciò la riconciliazione, chiedendo scusa alle donne per non averle comprese, violandone spesso bellezza e identità. La missione della donna ritorni a riconoscersi nel fascino dell'amore, mai bastante.
Fra' Domenico Spatola
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