venerdì 19 novembre 2021

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXXIV settimana del tempo ordinario, "Solennità di Cristo Re": Giovanni 18, 33b-37

33 Pilato dunque rientrò nel pretorio; chiamò Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?» 34 Gesù gli rispose: «Dici questo di tuo, oppure altri te l'hanno detto di me?» 35 Pilato gli rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua nazione e i capi dei sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani; che cosa hai fatto?» 36 Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui». 37 Allora Pilato gli disse: «Ma dunque, sei tu re?» Gesù rispose: «Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce».

Pilato aveva contribuito all'arresto di Gesù, con l'invio nel Getsemani dei pretoriani. La domanda che gli pose, nel primo interrogatorio all'interno del pretorio, fu relativa all'accusa: "Sei tu il re dei Giudei?" Temeva che la rivolta del sedicente Messia con arrogata regalità, potesse costituire un pericolo per l'impero. Tuttavia in Gesù non vedeva segnali bellicosi e rivoluzionari, anche se notava stranezza nell'interrogatorio. L'imputato infatti al giudice più che dare risposte, poneva domande, tali da irretirlo: "Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?" Pilato reagì con disprezzo contro quel popolo, che era costretto a governare suo malgrado: "Sono forse io giudeo?". Vi aggiunse il motivo: "La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?" Il rifiuto di Israele era totale. Glissò il Signore sulla risposta e dichiarò: "Il mio regno non è di questo mondo". Alternativo era da ritenere e la prova stava nel fatto che, se il confronto fosse tra  realtà omogenee, i suoi servitori avrebbero già combattuto e vinto. "Ma il mio regno non è di quaggiù". Pilato desolato fece il tentativo di estorcergli la risposta che poteva comprometterlo e  legittimare così la condanna di croce: "Dunque, tu sei re?" Ma Gesù gli mostrò ancora di non essere interessato a quel modello di regalità, rinfacciandogli che quella era la sua fissazione: "Tu lo dici che io sono re!". Glissò invece sulla risposta e parlò della sua missione: "Per questo sono venuto: per dare testimonianza alla verità". Non vi era  intellettualismo, ma disponibilità operativa in favore dell'uomo. Da servo del potere, Pilato non poteva capire e l'ultima domanda ne tradì la  confusione: "Cosa è la verità?"

Fra' Domenico Spatola

1 commento:

  1. Gloria lode e onore a Gesù Cristo Re dell'universo nst Signore
    Pace e bene p D Grz b serata

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