Con l'Avvento, l'anno liturgico apre con parole di incoraggiamento. Gesù invita la Comunità a non scoraggiarsi di fronte ai tiranni. Aveva già denunciato "gli idoli dai piedi di argilla", a discepoli curiosi di conoscere il "quando" della distruzione del tempio di Gerusalemme. Su stessa lunghezza del profeta Gioele, aveva parlato di "segni nel sole, nella luna e nelle stelle", simboli degli oppressori, autocelebrati "divinità". "Crolleranno" aveva sentenziato Gesù: "le potenze saranno sconvolte", e i cieli, sgombrati dalle fatue presenze, diverranno l'esclusiva abitazione del Padre e del suo Figlio, il quale, inaugurando il Regno con ciò che è umano, condannerà il disumano. La sua "gloria" consisterà nel suo amore incondizionato. L'accadimento consentirà a ognuno di "sollevarsi e alzare il capo perché la liberazione è vicina". Il fico è "segno" quando mette le gemme, perché annuncia il tempo dei frutti vicino. La caduta di Gerusalemme e di tutte le tirannie, non segnerà disfatta per l'umanità, ma annuncerà che il Regno come "società alternativa", dove anche i pagani potranno entrare, è vicino. Il richiamo alla "vigilanza" e alla "preghiera" fu ai suoi per non lasciarsi soffocare e sedurre da fatue illusioni.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: caduta del tempio di Gerusalemme. Dipinto di F. Hayez
Grz la preghiera rafforza i nostri cuori
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