Tre i capisaldi della spiritualità farisaica che affascinavano anche i discepoli di Gesu: l'elemosina, la preghiera e il digiuno. Gesù ne criticava l'esercizio, che serviva per farsi notare e ammirare.. Quando facevano l'elemosina, i farisei infatti suonavano la tromba: "Non sappia la tua destra quel che fa la tua sinistra. Il Padre vede nel segreto e darà la ricompensa". Quando pregavano sceglievano i posti di visibilità, stando ritti in sinagoga e nei crocicchi delle strade, per farsi ammirare. Digiunando due volte a settimana, sfiguravano il volto e lo rendevano triste così tutti avrebbero conosciuto il loro sacrificio. "Tu invece- era la raccomandazione - profumati, perché nessuno lo noti ma solo il Padre che vede nel segreto e darà la ricompensa". Il dissenso di Gesù tuttavia non riguardava solo la modalità ma anche la stessa pratica. Non era infatti d'accordo con l'elemosina, con la quale veniva dato il superfluo. Per i discepoli di Gesù doveva vigere la condivisione. La preghiera dei farisei come quella dei pagani era interpretata come formula magica e ossessiva per essere esauditi, diventando una sorta di ricatto a Dio per piegarlo alle richieste dell'orante. Altro sarà il suo insegnamento fatto di fiducia, come espressa dal "Padre nostro". Sul digiuno infine gli era totalmente estranea la motivazione da "ricatto anoressico" per affrettare la venura del Messia che tardava. Ma "lo Sposo era con loro" e alle sue nozze non si poteva digiunare. "Misericordia voglio e non i vostri digiuni", ripeté Gesù citando il profeta Osea. La compassione diventi dunque il segno offerto dalla Quaresima, "esodo per la libertà", per la conversione del cuore.
Fra' Domenico Spatola
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