La liturgia interpreta "le Ceneri" con due frasi, tra le quali potrebbe scegliere il sacerdote nell'imporle sulla testa del fedele. La prima ricorda la morte: "ricordati, o uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai!". L'altra invita alla speranza: "Convertiti, e credi al Vangelo!". La preferiamo, perché coerente col messaggio di Gesù, venuto a comunicare vita. Il Dio, da lui annunciato è infatti "il Padre dei vivi e non dei morti", e la Quaresima non ha come meta finale il Venerdì Santo, ma la Pasqua di risurrezione. "Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva" aveva anticipato Isaia. La Quaresima è perciò spazio per l'anima per orientare l'esistenza alla "divinizzazione dell'uomo", ideale fondante l'identità battesimale. La Parola ascoltata e l'Eucaristia celebrata, la domenica "giorno del Signore", sono "fonte e apice" per costituire la Chiesa, popolo di Dio in cammino di conversione, verso la nuova Terra di libertà alla scoperta del Padre misericordioso e visibile in Gesù. In tempo di pandemia e ora anche di guerra, la Quaresima offre tempi e spazi di verifica e di attuazione.
Fra' Domenico Spatola
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