Con i tuoi ottanta anni
quanti danni
riparasti con canzoni,
che del tuo cuore son narrazioni.
Dal mare, ove han l'orto,
dicon che non sei morto.
Dunque vivo!
Mai privo
di viaggiare
nel profondo mare
a incontrar sirene,
orchi e balene
e dal lupo stare a larga,
e ne facesti targa.
Apprendesti da bambino
del cuore il tuo cammino,
a incanto e a fervore
per tutto avevi amore
uguale a quello
del menestrello
dell'Italia che amavi
e riscattavi
dai bisogni
con i tuoi sogni.
Ci accarezza ancor tua voce
che noi conduce a foce
in nuovo anno che verrà.
E per quel che poi sarà.
ci allarmasti a ragione
però ci manca comprensione
del rifugio di tuo mondo
di fantasia più fecondo.
quanti danni
riparasti con canzoni,
che del tuo cuore son narrazioni.
Dal mare, ove han l'orto,
dicon che non sei morto.
Dunque vivo!
Mai privo
di viaggiare
nel profondo mare
a incontrar sirene,
orchi e balene
e dal lupo stare a larga,
e ne facesti targa.
Apprendesti da bambino
del cuore il tuo cammino,
a incanto e a fervore
per tutto avevi amore
uguale a quello
del menestrello
dell'Italia che amavi
e riscattavi
dai bisogni
con i tuoi sogni.
Ci accarezza ancor tua voce
che noi conduce a foce
in nuovo anno che verrà.
E per quel che poi sarà.
ci allarmasti a ragione
però ci manca comprensione
del rifugio di tuo mondo
di fantasia più fecondo.
Fra' Domenico Spatola
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