venerdì 23 dicembre 2016

Fra' Domenico Spatola: Lettera a Gesù Bambino


Caro Gesù Bambino,

sono Mimmo che ti ho scritto l’anno scorso. Ora io sono cresciuto, mentre tu sei sempre Bambino. Ma la maestra ci ha detto che tu sei bambino quando vieni da noi, perché, nella tua vita privata, sei grande e governi il mondo.
Ti scrivo perché ti voglio ringraziare perché hai fatto trovare il lavoro a papà e così quest’anno noi abbiamo mangiato ogni sera e mamma non ha pianto più.
Io però non gliel’ho detto che eri stato tu, perché ti avevo scritto la lettera.
Mi devi perdonare la dimenticanza. Ora però è venuto un grosso guaio.
Papà, quando torna la sera dal lavoro, non vuole più giocare con me, né con la sorellina e neppure con Salvuccio, perché dice che è stanco. Ma ho scoperto che non è vero. Ieri sera la mamma non ci ha fatto vedere la televisione e ci ha mandato subito a letto, perché aveva da dire cose importanti. Rosetta e Salvo si sono addormentati subito perché sono piccoli, io invece ho fatto finta di dormire e ho sentito papà che diceva “licenziamento” e la mamma che piangendo ripeteva “come faremo?”
La prima parola l’avevo pure sentita dalle maestre durante la ricreazione, parlando tra di loro. Deve essere brutta questa parola, se preoccupa tutti e fa piangere la mamma.
Oggi, a scuola alla maestra ho domandato che voleva dire questa parola. Mi ha detto che significa che si perde il lavoro. Allora sono diventato triste pure io, perché come si può vivere vedendo la mamma preoccupata e che piange?
Gesù non mi piace stare qui. È brutto. Come fai tu a volere venire ogni anno a vederci?
Io, se non ci fosse la mamma e il papà e la sorellina e il fratellino, vorrei venire a stare con te. Devo aggiungere anche nonna Pina e nonno Totò che spesso ci portano la spesa e ci danno bacetti e caramelle a noi bambini.
Insomma, Gesù, ti scrivo per sapere che devo fare?
La maestra ci ha fatto ripetere il canto che tu conosci, perché te l’abbiamo cantato pure l’anno scorso, sai quello che dice “Tu scendi dalle stelle...”
Le stelle perciò devono essere le stanze della tua casa. La mia casa è piccola, la tua invece deve essere molto grande. Io l’ho vista la tua casa, quando in estate siamo andati nel paese di papà a vedere i nonni a Regargiofoli, con la macchina tutta scassata che si fermò di notte in campagna.
Quante stelle che ho visto! Belle e lontane. Ho capito pure perché tutto l’anno te ne stai lassù per poterle visitare tutte.
Qualche volta mi fai fare un giro con te? Magari ci andiamo con la slitta di babbo Natale che non ha mai problemi.
La tua casa deve essere accogliente, bella e piena di luce, e di tanti dolci e gelati, e ci saranno pure tanti giochi e i regali e gli angioletti, riccioluti come mia sorella, che giocano a nascondino con le nuvole.
Mi vuoi nel tuo gruppo? Mi sogno già con le alette e sempre in volo a giocare nel cielo e, di tanto in tanto, ritornare da papà e da mamma e portare a loro tanti regali, così la mamma non piangerà più e il papà saprà che ci sono sempre io, anzi tu, ad aiutarlo.
Ciao. Da’ un bacio per me alla tua mamma, e io lo farò per te con la mia.  
 
Ti saluto

 il tuo amico Mimmo
 
Fra' Domenico Spatola.

 

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