Ho appreso della sua morte. Sapevo. Non mi ha lasciato tuttavia indifferente né raggiante. Ho ricordato il giorno del suo arresto. Inevitabile, coincidendo con il dolore della mia vita: il 15 gennaio 1993 moriva mia madre. Ho ripensato le accuse sul suo conto, tante e da orrore, e le sentenze severe e pur sempre miti a confronto del suo trascorso: orrido per i tanti da lui uccisi e per lui.
Ridda di sentimenti contrastanti in me e, suppongo, nei tanti viventi e contemporanei ai fatti. Ho tentato di mediare in me la riconciliazione con il dolore di quanti da lui uccisi, e ora nella pace. La sua morte è perciò diversa da quella da lui decretata per le vittime. La differenza la fanno l'amore, che le sue vittime - ne son convinto - avranno donato per lui, e il perdono già accordato a marcare distanza tra l'efferatezza disumana e la misericordia a risuonare stessa assicurazione di Gesù al ladrone croficisso: "Oggi sarai con me in Paradiso!"
A spezzare la catena d'odio e di vendetta.
Fra' Domenico Spatola
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