Dovendo mancar non poche ore
consegnò i suoi talenti il Signore.
Del primo servo i cinque capitali
tosto divennero investimenti surreali
con l'affido a lui di nuovi beni.
Lo stesso avvenne del secondo, i cui geni
raddoppiarono in quattro quei talenti
mentre il terzo perdenti
li ritenne da non rischiare
e nella buca andò ad affogare
il solo a lui rimasto,
temeva infatti il guasto
rapporto col padrone.
Non volle perciò correre apprensione
al suo ritorno gli restituì il talento
e, scontento,
l'accusò d'essere spietato
così che spaventato
non compromesso
voleva con se stesso.
Il re, che ai due virtuosi
serbato avea generosi
elogi e altro bene,
non si trattenne
contro il fannullone
che decretato avea da sé
stessa prigione
di chi libertà sacrifica a certezza
e solo nell'ignavia pone sicurezza.
Fra' Domenico Spatola
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