giovedì 18 marzo 2021

Fra' Domenico Spatola: 19 marzo, San Giuseppe

"Giuseppe è nome santo". Ripete a mantra una preghiera per la sua festa. Incommensurabile, e perciò ascrivibile a quella del patriarca Abramo, fu la sua fede, messa a dura prova con la missione che Dio gli affidava. Giuseppe ha creduto, infine e senza riserve. Da tale sua fede dipesero il Figlio di Dio  e la Madre. Aveva con lei fatto i sogni dei giovani nell'età dell'amore e magari progettato insieme la famiglia con tanti pargoli. Tutti di loro. Il Signore entrò inaspettato per un ruolo di primo piano, ma senza  interperlarlo. Non dalle  sue viscere quel Figlio, che è di Dio e della Sposa che, pur sua, resterà integra con verginità giurata in totale affido al mistero. "Lo Spirito scenderà su di te, e la Potenza dell'Altissimo ti coprirà", le aveva detto, a formula consacratoria, Gabriele, l'angelo dell'Incarnazione. Qui sperimentò il limite. La sua fu paura d'azzardo. Voleva fuggire, rompere con lei per altre scelte più terrene, che però non sa. In quel "progetto" non c'era spazio per lui. Maria non gli riferì parola alcuna dell'angelo a suo riguardo.  Dimenticanza? Se ci fu, era certamente imperdonabile. Restava il "ripudio in segreto". Decisione che, se presa, faceva saltare tutto. L'intervento urgeva, improcrastinabile. Canale preferito il sogno. Aveva funzionato con l'omonimo, figlio di Giacobbe. "Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Colui che nascerà è il Figlio dell'Altissimo, e tu gli darai il Nome". Fu la svolta.
Era Dio stesso la persona da accogliere, custodire e amare. Subentrò gioia mista a stupore, pur con mille interrogativi ("Perché a me?") postisi da Giuseppe. Avrà cercato lumi dalla saggezza dei dottori esperti in cose divine, maturando nell'ascolto i suoi silenzi più fecondi a commento sul Nascituro e suo destino. Abbracciò la sposa, e la colmò di baci a farsi perdonare incertezze e dubbi. Sarà per Gesù il padre terreno. A lui il Figlio di Dio balbetterà per la prima volta: "papà". Ed egli lo assisterà a gattonare, gli insegnerà le prime lettere dell'alfabeto per imparare a leggere, da ebreo, le Scritture, e lo inizierà al lavoro del falegname. Veglierà sulle turbe adolescenziali, per maturarlo uomo. Gesù infatti sapeva "fare" Dio, ma da Giuseppe e da Maria imparò a "fare" l'uomo, "come noi" e  "per noi".

Fra' Domenico Spatola

1 commento:

  1. Non c'è maniera migliore per esprimere l'umanità di San Giuseppe e la sua eroicità
    Tutti i papà dovrebbe trovare ispirazione dalla vita di dedizione del Santo che si è fatto carico dell'educazione del Bambino Gesù e cura della sua amatissima sposa Maria.
    🙏🙏🙏🙏🙏🙏🙏

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