sabato 19 novembre 2022

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXXIV domenica. Solennità di Cristo Re: Luca 23, 33-43.

33 Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 34 Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.35 Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». 36 Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: 37 «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38 C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40 Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». 42 E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43 Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

Alla "Gloria del Padre" svelata in Gesù dalla Croce, le reazioni furono ostili. Ogni morte in croce era per la Legge di Mosè "maledizione di Dio", e perciò non consentiva pietà in cuore umano. Il popolo, stando a guardare, lo aveva abbandonato al suo destino. I capi lo tentavano con scherno: " Salva te stesso!", aggiungendo: "Ha salvato gli altri". Dicevano il vero: Gesù era venuto non per sé, ma per dare la vita. Differentemente dal Messia davidico, che avrebbe dominato facendo guerra e uccidendo. Alla gazzarra dei capi, parteciparono i soldati romani con il disprezzo, per "il re dei Giudei". Era il "titolo" posto sulla Croce a ridicolizzare Israele. L'aceto per dissetarlo, glielo diedero con odio. Alla canèa dei beffardi, partecipò il malfattore crocifisso con lui. Rabbiosamente, voleva essere schiodato in modo spettacolare: "Salva te stesso e salva pure noi!". Era l'ultima tentazione del messianismo trionfale. L'altro peccatore, appeso per la stessa condanna, comprese e, tacitato il compagno meritevole dello stesso castigo, scagionò Gesù innocente. Poi a lui: "Ricordati di me - disse - quando entrerai nel tuo Regno!". La risposta fu la rivalsa del peccatore che, cacciato dal paradiso, con Gesù fu il primo a rientrarvi: "Oggi sarai con me in paradiso!".

Fra' Domenico Spatola

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