37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
Noè ci aveva provato. La sua generazione non si era convertita, ed era finita a mollo sotto il diluvio. Anche Gesù provava a convertire gli uomini della sua generazione per metterli in guardia dal finire massacrati dai Romani. Gli esiti non furono diversi da quelli della precedente generazione. Tutti continuarono a vivere senza il pensiero che la "morte viene e avrà i tuoi occhi" (Cesare Pavese). Con il mettere in guardia i suoi, Gesù offriva le Beatitudini e, a rimedio, il perdono e l'amore al nemico. Provava a valorizzare la vita, perché la morte non era condanna, ma opportunità (Kairòs) di orientamento al meglio delle proprie risorse per viverle in pienezza. La morte comporta imprevedibilità, da superare con la vigilanza e l'attesa. Può capitare che tra due uomini che lavorano insieme nei campi, o tra due donne che faticano alla macina, la morte prenda l'uno e lasci l'altro. Né son possibili recriminazioni, perché la vita è donata non acquistata. Rimedio alla sorpresa saranno l'attesa e la vigilanza. Resi consapevoli che "il Figlio dell'uomo" può tornare in qualunque momento, e il suo arrivo, se si è distratti, sembrerà improvviso, come quello del ladro, carico di incognite e di paura.
Fra' Domenico Spatola
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