Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Amatevi gli uni gli altri
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.
15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
16Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
All'invito a "rimanere in
me", Gesù, del suo "amore" commenta la qualità e la derivazione:
è lo stesso di quello dal Padre "in lui" versato e "da lui"
donato. Il "come" bilancia, a equazione, le due parti: l'amore del
Padre al Figlio e da Questi a noi. Unica condizione per rimanere nel circuito
virtuoso, è osservare il "suo" comandamento: "Amatevi, come io
vi ho amato". Inedito fino a quel momento, il precetto origina gioia, e ne
garantisce l'abbondanza.
"Si ha più gioia nel dare che nel ricevere". Paolo apostolo attribuisce la paternità di questa espressione al Signore Gesù.
L'amore più grande è di Colui che dà la vita per gli "amici". Tema che chiarisce la nuova relazione con Dio, sconfessando il convincimento imposto dalla Legge, di essere "servi" di un Dio "padrone", e apre a relazioni d'amicizia senza più "segreti". L'iniziativa è di Gesù che "come i tralci nella vite" chiede di "portare frutto abbondante e duraturo". L'esito è garantito. Assimilati al Figlio, il Padre non disattenderà alcuna richiesta, nel suo "nome".
"Si ha più gioia nel dare che nel ricevere". Paolo apostolo attribuisce la paternità di questa espressione al Signore Gesù.
L'amore più grande è di Colui che dà la vita per gli "amici". Tema che chiarisce la nuova relazione con Dio, sconfessando il convincimento imposto dalla Legge, di essere "servi" di un Dio "padrone", e apre a relazioni d'amicizia senza più "segreti". L'iniziativa è di Gesù che "come i tralci nella vite" chiede di "portare frutto abbondante e duraturo". L'esito è garantito. Assimilati al Figlio, il Padre non disattenderà alcuna richiesta, nel suo "nome".
Importante è
il frutto: stesso amore, accolto e donato, come da lui.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto di Antonio e Remigio Cantagallina
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