In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Unico tra i quattro Evangelisti, Luca offre, della
"ascensione di Gesù al cielo", una visione plastica, traducendo un
modello culturale del suo tempo e utilizzando una icona del passato. La
cosmologia lucana si strutturava considerando il cielo quale sede divina e la
terra quale abitazione degli uomini. Per entrare nella dimensione alta si
suppone una materiale elevazione. Ma il racconto ha soprattutto la valenza
teologica, che la liturgia celebra in riferimento alla Pentecoste. L'episodio
di Elia profeta e del discepolo Eliseo ne costituiscono il modello.
Quando si avvicinò infatti per Elia il momento di "andare", il
discepolo gli chiese, in eredità, lo spirito profetico. Elia rispose che
l'avrebbe ottenuto se, nel momento di salire al cielo, l'avesse visto andare.
In quel momento passò il carro di fuoco su cui salì Elia, ed Eliseo ne ereditò
lo spirito. Luca collega così i due eventi sullo sfondo della consegna
del testimone tra i due vati dell'Antico Testamento. Anche gli Apostoli
vedono ascendere Gesù in cielo perciò ne erediteranno lo Spirito a Pentecoste.
Con l'ascensione perciò Gesù non si allontana dai suoi, ma, come dice in Giovanni: "vado al Padre e ritornerò a voi". Con Matteo veniamo rassicurati da Gesù stesso: "Io sarò con voi fino al compimento della storia".
La sua presenza la si sperimenta in ogni Eucaristia e nel mandato che ne consegue: "amatevi come io vi ho amato", e in missione universale.
Con l'ascensione perciò Gesù non si allontana dai suoi, ma, come dice in Giovanni: "vado al Padre e ritornerò a voi". Con Matteo veniamo rassicurati da Gesù stesso: "Io sarò con voi fino al compimento della storia".
La sua presenza la si sperimenta in ogni Eucaristia e nel mandato che ne consegue: "amatevi come io vi ho amato", e in missione universale.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Ascensione - Giotto
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