In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”. Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Scommette lo Scriba, maestro della Legge, su Gesù. Vuole sfidarlo sul massimo e primo comandamento: "Quale?". Quello che Gesù avrebbe dovuto indicare era "il riposo sabbatico" perché osservato da Dio nel settimo giorno della Creazione. Lo Scriba sa che per Gesù quello non è un comando assoluto, avendo asserito che "il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato", e sapendo che in tante situazioni si è comportato di conseguenza. Il comando contava 1521 proibizioni in giorno di sabato, compreso il curare gli ammalati. Una sola trasgressione di quei divieti faceva scattare, se ripetuta, la condanna a morte.
La richiesta dello Scriba ha tuttavia fondamento perché precetti e divieti si erano moltiplicati fino a 613. Una gerarchia nel ginepraio avrebbe facilitato la scelta.
"Quale?", dunque.
Gesù non attinge dai Comandamenti di Mosè, perché la sua Alleanza è nuova, ma recita lo "Shemà, Israel", preghiera del Deuteronomio, rinnovata al mattino e alla sera, da ogni Israelita: "Amerai il Signore. ..con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima".
Gesù vi aggiunge traendolo dal libro del Levitico il secondo: "Amerai il prossimo come te stesso".
Lo Scriba ne conviene e Gesù lo dichiara: "Non lontano dal Regno". Ma il Regno dei Cieli ha altre esigenze: l'amore per il prossimo superiore ai sacrifici (Osea). Non per il culto verrà riconosciuto il discepolo ma se amerà "come io vi ho amato".
Fra' Domenico Spatola
Nessun commento:
Posta un commento