sabato 3 luglio 2021

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della XIV settimana del tempo ordinario: Marco 6, 1-6

 
1 Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. 2 Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3 Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. 4 Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5 E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. 6 E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

"Patria" e non "Nazareth" è detto dall'evangelista  il luogo dove Gesù era tornato con i discepoli. Colpevolizzato viene così tutto lsraele, refrattario alla novità del Vangelo. Il sabato, Gesù in sinagoga insegnava. I temi trattati erano legati alla Legge e ai Profeti, se coerenti con il suo Vangelo. Quella fu la terza volta di Gesù in sinagoga. Le precedenti consumate a Cafarnao. Nella prima, da Maestro, mise in crisi il magistero degli Scribi. Nella seconda trasgredì il riposo sabatico, guarendo l'uomo dalla mano inaridita. A Nazareth, ricevette il rifiuto in totale indifferenza, e reazione da scandalo. Sconcertati, alle proposte di Gesù, temevano di perdere le certezze, assicurate dai loro scribi: "Da dove gli viene tale dottrina?" E per i "prodigi compiuti da Gesù" avevano pronta la risposta. Convenzionale, perché dettata dai loro maestri: "agiva per stregoneria!". Accusavano Gesù di "fare affari con Beelzebul, il principe dei demoni". E se guariva, lo faceva per attrarre gente e infettarla. Deliranti detrattori, ma attenti a non nominarlo, e per disprezzo impiegavano i pronomi : "Non è costui.... il falegname?" Operaio, lo definivani senza la dignità dell' uomo libero. Ma l'affondo fu col "non è lui il figlio di Maria?". Pesava quell'allusione al concepimento chiacchierato di Maria. 
In quella cultura infatti era sempre d'obbligo, anche con il padre già morto, citare della persona il patronimico. "E dei fratelli?" La domanda aveva creato problemi fin dall'antichità cristiana. Con "fratello" infatti si indicavano diverse relazioni parentali, come "zio", "cugino", oltre quello a noi comune. Ma l'articolo "il" anteposto a "figlio di Maria", assicura certezza di unicità. In definitiva per i compaesani,  Gesù era "scandaloso", e disturbava la vita sociale. Incassato, con amarezza, il rifiuto  Gesù lo ascrisse al destino comune di ogni profeta, che viene rifiutato perché la sua missione è di testimoniare il Dio presente nella Storia, mentre le dottrine religiose lo relegano al passato, senza novità e futuro. Un Dio così serviva a loro per certezze, che quel modello dava,  togliendo la libertà. L'indifferenza dei Nazaretani rese impossibile a Gesù di operare, se non qualche guarigione a favore di chi aveva fede, e lo costrinse ad andare altrove senza potere insegnare e curare la sua gente, refrattaria ad ogni sua proposta.

Fra' Domenico Spatola 
Nella foto dipinto di Tissot

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