sabato 25 settembre 2021

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della XXVI domenica del tempo ordinario (anno B): Marco 9,38-43. 45. 47-48

38
 Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». 39 Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40 Chi non è contro di noi è per noi. 41 Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. 42 Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. 43 Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.

Marco 9:45

Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna.

Marco 9:47-48

47 Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, 48 dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Il Vangelo era il progetto, per la cui diffusione Gesù aveva incaricato i discepoli, dotandoli di strumenti per combattere il male. Giovanni, interrompendo Gesù che parlava di servizio tra i discepoli, raccontò di avere incontrato un tale che "nel nome di Gesù" scacciava demòni e glielo impedì, adducendo come motivazione: "perché non ci seguiva". La risposta di Gesù è liberante e attuale: "Chi non è contro di noi è per noi". Assurge anche a criterio per appartenergli. Nessuno può vantare il monopolio della verità. Basta amare come Gesù, e dare anche un bicchiere d'acqua ai piccoli per riceverne la ricompensa. Gesù si fece tuttavia severo con chi "scandalizza" uno dei piccoli, che credono in lui.  Non parlava di bambini, perché credono, ma senza peso nella società. Essi, in Comunità sperano di trovare il clima di amore e di servizio predicato da Gesù e si scandalizzano se trovano, tra i membri, rivalità e arrivismo. I responsabili dello scandalo vengono invitati da Gesù ad "appendersi una macina al collo e buttarsi in mare".  La "macina da mulino", enorme e non trasportabile, non avrebbe permesso il recupero del cadavere per la sepoltura, e quindi senza speranza di risorgere. Severa perciò la soluzione per la mano che scandalizza o per il piede che svia, o per l'occhio passionale e peccaminoso: conviene rendersi monchi per entrare anche menomati nel Regno, anziché finire integri nella Geenna, il luogo della perdizione e del fallimento.

Fra' Domenico Spatola 

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