30 Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31 Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». 32 Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
33 Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». 34 Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. 35 Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». 36 E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
37 «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Dopo la confessione impropria di Cesarea di Filippo, fatta da Pietro e non accolta: "Tu sei il Cristo!", Gesù aveva aperto un nuovo orizzonte, con immagini sgradite ai suoi ascoltatori e da lui riproposte "tre volte", mentre si reca con i discepoli a Gerusalemme. Era il tempo della dura occupazione romana, ma Gesù non voleva cavalcare i tentativi di insurrezione anticapitalista, preferendo la solidarietà con le vittime del potere. L'annuncio della "passione e morte del Figlio dell'uomo" venne mitigato dal "dopo tre giorni risorgerà". Ma appariva tenua speranza del futuro improbabile a fronte della concreta possibilità di una lotta di liberazione. I discepoli miravano al trionfo politico, con precise ambizioni di posti di potere. Altercavano per i rispettivi gradi gerarchici e sui posti spettanti.
Gesù, nella casa, diede la splendida lezione, in rivoluzionaria terminologia: "il primo del Regno dei cieli è l'ultimo nel regno degli uomini!"
Poi, con gesto profetico, abbracciò, fino a identificarsi, un ragazzo, che occupava l'ultimo posto nella convenzionale scala sociale: era un servo. "Chi accoglie lui accoglie me e colui che mi ha mandato" fu di Gesù il commento.
Fra' Domenico Spatola
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