sabato 2 aprile 2022

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della quinta domenica di Quaresima (anno C): Giovanni 8, 1-11

 
1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».

Fu definita "della misera e della misericordia" questa pagina da sant'Agostino, vescovo di Ippona (V secolo). L'autore del brano è Luca e il testo andrebbe collocato nel suo Vangelo. Ma, per la scabrosità dell'argomento, né la sua Comunità né alcun'altra fin dagli inizi l'avevano accolta e perciò era finita rocambolescamente nel Vangelo di Giovanni, più tollerante da essere anche tacciato di eresia. Il fatto. Un mattino Gesù era nel tempio ad insegnare,  quando alcuni farisei e scribi gli trascinarono davanti una donna, sorpresa in flagrante adulterio. Dalla richiesta di lapidazione, si desume che essa fosse poco più che adolescente avendo celebrato solo lo sposalizio e non ancora le nozze. Gli accusatori alle prime luci dell'alba, ne erano andati a caccia per strumentalizzarla e tentare Gesù. Si poteva cosi trovare in una morsa: "la donna andava lapidata, come prescrive Mosè nella sua Legge, oppure no?" Qualunque risposta l'avrebbe messo in serio rischio. Il no alla lapidazione l'avrebbe posto contro Mosè, il Sì, oltre che la popolarità, avrebbe rischiato una pena dai Romani, che si ritenevano i soli legittimati a comminare la pena di morte.
Rispose con un gesto: si chinò e si mise a scrivere nella polvere. Richiamava con il gesto Geremia, per cui "i nomi dei peccatori venivano scritti nella polvere di morte". Vista però la loro insistenza, li sfidò: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra su di lei". Svergognati, abbandonarono. Restarono soli: Gesù e la donna. 
"Dove sono?", l'interrogò,
"nessuno ti ha condannata?"
Rispose: "Nessuno, Signore!"
"Neanche io ti condanno. Va e non peccare più!".

Fra' Domenico Spatola 
(dipinto di P. Veronesi) 

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