venerdì 22 aprile 2022

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della Seconda Domenica di Pasqua: Giovanni 20, 19-21


19
 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Il giorno "Uno", dopo il sabato. Così inizia la  Creazione inaugurata dal Risorto. A sera e a porte chiuse, Gesù venne dai suoi, barricati per timore dei Giudei.  Comunicò Pace ("shalòm"). Non era soltanto un saluto, ma il suo dono di felicità. A garantirla mostrò le mani e il fianco, segnati dalle stimmate per amore. Da "buon Pastore", aveva dato la vita per le sue pecorelle. Riconsegnò la Pace, destinata questa volta all'intera Umanità. I discepoli, che ne dovevano essere i portatori, avrebbero prolungato, nel tempo, la vita che il Figlio aveva ricevuto dal Padre, nel dono dello Spirito Santo. Non era privilegio per pochi, ma capacità d'amore  della Comunità, in grado di cancellare i peccati. Come luce essa infatti risplende nelle tenebre e, a quanti la  accolgono cancella i peccati.
Quella sera mancava il discepolo Tommaso, che non si nascondeva e da intrepido non temeva i Giudei. Aveva tuttavia voglia disperata di credere. Ascoltò i compagni ma li ritenne vittime del fantasma e perciò protestava con tutti loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi... io non crederò!". Otto giorni dopo. La cifra caratterizzerà il ritmo dell'Eucaristia domenicale. Gesù si fece presente e a Tommaso propose di fare ciò che chiedeva. Il discepolo, in ginocchio,  proruppe nella più alta professione di fede. Il Dio, che nessuno aveva mai visto, egli lo riconosceva in Gesù: "Mio Signore e mio Dio!". La beatitudine conseguente fu dettata dal Risorto e rivolta, non a Tommaso, ma a coloro che crederanno senza averlo visto, diventando essi stessi quel segno, per cui gli altri potranno credere.

Fra' Domenico Spatola

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