Tu, o Maria, ascoltasti Gabriele che ti diceva "socia di Dio e madre del Figlio", che da te sarebbe nato. Furon segnali i sei mesi di Giovanni Battista nel grembo di Elisabetta, la madre attempata e non più sterile. Echeggiarono in te le parole del Messo celeste, e il "nulla è impossibile a Dio" risuona ancor oggi per noi di speranza. Tuo fu il "Sì", e "senza ma". Sua energia lo Spirito Santo pose in te sua novella Creazione, esplosiva di carità e raggiante per la fede. La più breve, perché più celere, scegliesti via e, in casa di Zaccaria "il non udente", salutasti Colei che, come te, aveva creduto. Anch'essa fu colma di Spirito e, avvisata dal Bimbo nel grembo festante, rispose al saluto. Ti aveva riconosciuto: eri "l'arca di Dio" ed, emulo del suo avo re Davide, danzò per te. Stupivi la parente: "Tu la Madre del Signore venivi a lei". E cantò il poema della "sposa e regina" della Cantica nuziale. Interpretò la benedizione che tutte le donne aspettavano da Te, dei loro grembi, gravati da onte di chi misconosceva vita. Tu fosti il riscatto. E, ispirata, Elisabetta vide in te "la Credente" e ti acclamò "la Beata". "Magnificasti il Signore: per le grandi cose in te operate". Così anche noi, oggi con te, rinnoviamo stesso sentimento per ciò che ha fatto in noi, grazie al tuo "Sì!".
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Visitazione di Raffaello
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