venerdì 13 maggio 2022

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quinta domenica di Pasqua: Giovanni 13, 31-33a.3-35

31
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Giuda, nell'ultima Cena, aveva preso il boccone offertogli dall'ospitalità del Signore. Non lo mangiò, preferendo lasciarsi ingoiare dalla notte e far iniziare la passione con l'arresto di Gesù. Il Signore vide in quel gesto, "giungere l'ora della Gloria".  La sua e quella del Padre, e la rese nota ai discepoli. Il Figlio innalzato in Croce avrebbe "glorificato" (manifestato) il Padre e il suo amore incondizionato per l'umanità. Frattanto i tempi si facevano corti ("Figlioli, ancora per poco sono con voi"),  bisognava perciò far presto a dettare il Testamento, con il quale avrebbe magnificato il Padre, e dichiarate le condizioni per appartenergli come discepoli: "Vi do un comandamento nuovo".  Inedito: "Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi". Chiedeva di amare "come" lui. Questo sarebbe stato il distintivo per appartenergli come discepoli. A praticare il suo comandamento cesserebbe la guerra, e  soprattutto quella  praticata "nel nome di Dio".

Fra' Domenico Spatola

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