Al comandamento dell'amore Gesù lega il discepolo. In lui pone la dimora: sua e del Padre. La sua legge diviene condizione assoluta perché ognuno possa dichiarare di amarlo. È infatti del Padre il comando di amare e il Figlio lo ha osservato, per questo rimane nella sua intimità. Amicizia condivisa con chi osserva la sua Parola. In missione ha amato senza misura donandosi in pienezza. Era il suo scopo, che raggiunse suo vertice nel "tutto è compiuto" ("tetelestai"). Era la ragione del suo invio e ora aperta all'opera del Paraclito. Avvocato e protettore sarà lo Spirito Santo che consolerà i discepoli e ricorderà loro, le cose da lui insegnate. Renderà presente il Figlio in ogni Eucaristia e tramite essa nella Storia e, col Vangelo e i Sacramenti, ne interiorizzerà la vita nei credenti. La Pace ultimo dono terreno consegnato. Era la totale felicità a ruolo per la vita di ogni uomo. Unica per la sua esemplarità, e "diversa da quella che dà il Mondo", osceno a rubare libertà e a gettare nell'ansia e nella paura. La Pace che dà Gesù esclude il timore e al Padre dalla croce, consegna quel che è stato per noi l'amore più grande: la sua vita. Al ritorno, da Risorto ne consegnerà lo Spirito, alla Chiesa e al Mondo.
Fra' Domenico Spatola
Nessun commento:
Posta un commento