Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!».
Sulla strada che lo portava a Gerusalemme, la città santa che gli avrebbe dato la morte, Gesù, giunse in un villaggio. Gli vennero incontro dieci lebbrosi. Emarginati per la Legge, a distanza, come imponevano le pene severe comminate ai trasgressori, gridarono a Gesù maestro implorandone la compassione. Li inviò ai sacerdoti, perché constatata la guarigione, li riammettessero nella società. Lungo il cammino, si videro sanati e perciò "purificati". La lebbra infatti rendeva legalmente "impuri" agli occhi di Dio, oltre che a sfigurarne la carne. Dei dieci sanati, nove erano israeliti e proseguirono per vedersi certificati la guarigione. Il decimo era un Samaritano, senza vincoli di Legge, ma l'unico con sentimenti di gratitudine. Da secoli ritenuto, come tutta la sua gente, nemico di Israele, ebbe il vantaggio di sentirsi libero per tornare da Gesù per ringraziarlo. In ginocchio, l'atteggiamento caratteristico di ogni discepolo di fronte al maestro, rese gloria a Dio. Così Gesù inaugurava l'universalismo del suo messaggio, inviando, colui che aveva creduto, alla vita ritrovata, e aggiunse: "La tua fede ti ha salvato!".
Fra' Domenico Spatola
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