Grida di gioia quel mattino:
folla acclamava in Te nuovo
destino
accorrendo al tuo passare,
con palme e con ulivi
per rendere giulivi tuoi messaggi
cui ora, non più retrivi,
ormai compreso avevano quanto
vero
fosse di pace quel sentiero
che audace percorrevi incontro a
morte
a cambiare sorte di nostra vita.
Cavalcavi il somarello
sciogliendolo da quello
che fu di Zaccaria
messaggio in profezia
del Messia mite e non legato
più a cavalcatura boriosa
o a violenza scandalosa,
come immaginario comune
teneva fune.
Tutt'altro messaggio
offrivi a dar coraggio ai tuoi:
a Gerusalemme infatti
non patti
di gloria avresti consumato,
ma sol vittoria di morte,
sorte per te, che dell'amore,
facevi tua ragion d'onore
presso tuo Padre
che ti ha affidati quanti
di tua felicità vuoi render santi.
Tentavi a far ragionare con lor
testa
farisei d'ogni tempo
impegnati a rovinare la festa
dei diseredati e peccatori
già emarginati da quei signori,
che di te Messia non hanno
compreso niente
volendo dominare sulla gente.
Così in quella ormai nota
"domenica delle palme"
a chi voleva dei nemici le salme,
offristi tuo amore a ideale
che Umanità da tua croce atroce
sperimentò vita reale.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Gesù entra a Gerusalemme (Duccio)
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