venerdì 7 aprile 2017

Fra' Domenico Spatola: Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica delle Palme: Matteo 21, 1-11

GESU' A GERUSALEMME
Entusiasmo della folla
1 Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. 3E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: «Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito»». 4Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
5Dite alla figlia di Sion:Ecco, a te viene il tuo re,mite, seduto su un'asinae su un puledro, figlio di una bestia da soma.
6I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: 7condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. 8La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. 9La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava:
«Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!Osanna nel più alto dei cieli!».
10Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». 11E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
 
Commento al Vangelo:
 
Dal monte degli Ulivi, località Betfage, dove è appena giunto con i suoi, si scorge tutta Gerusalemme, imponente con il suo tempio e grandiosa per le sue storiche aspirazioni.
"Villaggio" viene però da Gesù classificata; vi vede infatti il luogo della tradizione, intransigente ad ogni novità e retriva all'accoglienza del suo messaggio.
Là invia due discepoli a cercare "un'asina legata e un puledro con essa". Li devono "sciogliere e condurre da Lui". Previene obiezioni: "Il Signore ne ha bisogno".
Il gesto dall'Evangelista viene subito interpretato nell'attuazione di una profezia rimasta dimenticata, essendo stata preferita la visione del Messia glorioso e vincente sul cavallo o sul mulo, simboli battaglieri, anziché, come preannunciato da Zaccaria quattro secoli prima, "un asinello o un puledro d'asina" a simbolo di "mansuetudine".
"Bisognava - era l'ordine - slegare" ("sdoganare" con più attualità) quella profezia. Da qui i gesti descritti dall'Evangelista sono rivelatori del tipo di adesione al messaggio. Così i discepoli che "mettono i loro mantelli sull'asina e sul puledro" rappresentano quanti danno piena adesione al messaggio di Gesù; il mantello infatti, nel linguaggio biblico, indica la persona.
"La folla numerosa che stende i propri mantelli sulla strada" testimonia la sottomissione del popolo al dominio del re. Una folla dunque che non vuole essere liberata, ma dominata, come dimostra anche il "tagliare rami d'ulivo", gesto simbolico nella "festa delle capanne" per osannare al "figlio di David", il Messia liberatore.
Gli "Osanna" si trasformeranno nel più crudele "Crocifiggilo!" Così, almeno al suo ingresso, la città santa è "scossa" perché non riconosce il "Dio che viene". E' suo l'inquietante: "Chi è costui?".
La risposta continuerà nell'equivoco della incomprensione del Messia atteso.
 
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Gesù entra a Gerusalemme (Giotto di Bondone)

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