Cinquant'anni fa la scomparsa
di Totò, della farsa
principe indiscusso
per cui l'Umanità
ancora ride
a battute esilaranti
e mai trivie.
Fu geniale a mimare difetti,
mascherando molteplici aspetti,
della miseria d'umanità
che egli elesse a nobiltà:
fece a macchietta
la marionetta
snodabile da impressionare
i bambini
che si chiedevano se tra i
burattini,
fosse suo posto
ma fu del povero maggior costo
in fatica a farlo furbo
rivestendo del mariuolo i panni
senza a decenza dar disturbo,
non mancò di serietà sua vita
nell'asserita
sua nobiltà
contrapposta a miseria e povertà
che nei film raccontò con sua
creanza
mai disprezzo suscitando
ma sol sorriso ad oltranza.
Seppe bella raccontare la vita
quando "A livella" traduceva
fatica
regnare tra il marchese e il
povero netturbino
di stesso cammino che si fatica a
oltranza
ebbe intuizione dell'uguaglianza.
Totò è irresistibile d'amare,
di eleganza fu geniale innovatore
con sua bombetta e mento
sgommato
fu dal suo pubblico ammirato,
anche quando impazzava allor
Charlot
e in sua umiltà Totò
con lui riteneva sol di avere
l'accento sulla "ò",
fu garbo davvero suo strano
che mai rese vano
dolore altrui
e "da colonnello" fu signore
contro il tedesco governante a
terrore.
Furono ancor le spalle in tanti suoi
film
artisti importanti che grandi
fecero passioni e i difetti
e a sue pronte battute rimasero
mute
presenze per le demenze
improvvisate
che però nascondevano inusitate
verità a chi di dovere
raccontate con il sorriso vere
e a chimere
così Totò continua a insegnare
in bianco e nero
distacco sincero
da un mondo ancor presente
che suo messaggio rende vero
nell'uomo che corregge con
sorniona battuta
per quella Umanità, a sua morte
rimasta muta.
Fra' Domenico Spatola
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