E
come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il
Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita
eterna.
Dio
ha mandato il Figlio nel mondo
16Dio infatti ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma
abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel
mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato
condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
19E il giudizio è questo: la luce è
venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché
le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la
luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece
chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue
opere sono state fatte in Dio».
Commento al Vangelo
Nicodemo, tra i
farisei, è uno dei capi.
La cacciata dei
mercanti dal tempio, ad opera di Gesù, aveva risvegliato in lui entusiasmi
riformistici.
Ritenendo che Gesù
fosse il "Maestro" atteso per riformare il culto e il tempio
("non potrebbe infatti compiere quelle opere, se Dio non fosse con
lui"), lo vuole incontrare.
È una notte di
vento.
Qui la notte è
"l'incomprensione" che attraversa tutto l'episodio, e il
"vento" è libertà dello
"Spirito che soffia dove vuole".
Il dialogo si
evidenzia, da subito, impossibile. Nessuna alternativa al "grembo di
Israele", e Nicodemo rinuncia ad uscirne.
Al contrario la
proposta è di "rinascita da acqua e da Spirito, per vedere il regno di Dio
e avere vita eterna".
Il "serpente di
bronzo", innalzato da Mosè per salvare i morsicati dai serpenti, in
parabola è valenza d'icona del Guaritore che, dalla croce, elargirà perdono e vita, a chi in lui crede.
Altrettanto
rivoluzionaria l'affermazione sul "Dio, che ha tanto amato il mondo, da
mandare il Figlio". Questi, in
coerente stile, dalla croce svelerà la misura di tale amore.
Nessun giudizio
divino viene dal Cristo prospettato, mentre la condanna se la procura da solo chi rifiuta l'offerta di vita
eterna, da Gesù gratuita e incondizionata.
Fra' Domenico
Spatola
Nella foto: Gesù e
Nicodemo. Dipinto di John La Farge.
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