Del Festino, quest'anno,
il gran danno
non scorderemo.
Non vedremo
della Santa il corteo.
Coravid è reo
d'aver tolto la voglia:
e noi mangiammo la foglia
del tutto in malora!
Pazientato finora
abbiam rassegnati.
Oggi siamo arrabbiati,
perché a noi rivale
è questo male,
che lascia ordinaria
la luminaria,
e niente
consente:
non più bancarelle
di babbaluci e caramelle,
del rosso mellone
e del variopinto torrone.
Assente è la banda
tutto sembra una landa
e colui che comanda
non può neanche dire
ciò che ognun vuol udire:
il "Viva" più fermo
a tutta Palermo
e a Santa Rosalia,
che gridato han per via
Sindaci tanti,
ai quattro Canti
di nostra città.
Stasera siam qua
in piena disfatta.
Ma rendiamo compatta
la nostra preghiera
perché non chimera
ma sia oggettiva
e resa più viva
la nostra speranza
in Rosalia la cui usanza
è d'amore e di fede.
Essa non lede
l'ideale comune
e al virus, immune
farà nostra vita
resa più ardita
da Rosalia la Santa
in modello che incanta
ogni devoto
che a lei il proprio voto
offre da anima pia:
perché di Palermo è santa Rosalia!
Fra' Domenico Spatola
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