Testamento di Gesù nel Vangelo di Giovanni e "magna charta" del suo messaggio. Meritano approfondimenti le frasi e le sue parole per generare adesione. Apre a "cascata" quel Amore originato dal Padre e dal Figlio, integralmente consegnato ai discepoli a precise condizioni: "rimanete nel mio amore". Non si circoscrive in esclusiva socialità ed esige la integrazione, già figurata dall'allegoria "della vite e dei tralci". Consegue però all'osservanza dei comandamenti, i suoi che sono "nuovi" perché alternativi a quelli di Mosè. "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi". Risoluto il modello e spinta a proseguire l'opera sua, con generosità condivisa. Gesù prova a quantificare, qualificandolo, il suo amore: "Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici". Crescendo in parametri nuovi e irresistibili: "Voi siete miei amici". Esperienza che "vale il tesoro" è l'amico che non tradisce e pazienta per i tempi di crescita dell'altro. Gesù va oltre: "Ciò che ho udito dal Padre mio, l'ho fatto conoscere a voi". Vietati ormai sono perciò i segreti del Padre e di lui, da Gesù, sappiamo tutto perché "amici" e non "servi". Altri hanno sfruttato abusivamente il suo nome, per schiavizzare l'uomo. Gesù del Padre condivide con noi libertà in piena "gioia". "Sceglierci" lo entusiasma e abilita noi a portare frutti abbondanti e duraturi. A distintivo, il suo comando per qualificarci: "che vi amiate gli uni gli altri".
Fra' Domenico Spatola
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