Fra' Domenico Spatola
Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
sabato 29 maggio 2021
Fra' Domenico Spatola: Sognando la Trinità
O santa Trinità, a te miei sguardi d'intelletto. Penso al solare disco a vortice di luce e a oceano di grazia dove a immersione non fatico. Ferro rovente in tua fornace ardente. Mi seggo a stessa mensa per condiviso desco, ad ascoltare bisbiglìo di voci, vostre arcane. Mi inebria il racconto del Padre misericordioso, svelato a me da te Figlio amato e sogno dello Spirito mio rapimento in totale suo sentimento. Leggo in voi, mio specchio, l'eterno destino, che divino mi accadrà. Sento l'amore, qual vento caldo, che mi rapisce involandomi in aere sottili, sopraffini immaginate da miei mondi lontani e interni a me ove tutto estatico è irrefrenabile dinamismo ascensionale. Anch'io alle "Querce di Mambre", con Abramo, t'accolsi nella tenda, eri foriero di vitale annunzio. Stesso amore percepii al Giordano, a sciabordìo in contrappunto d'acqua chiaccherina e purificante. Sul Tabor riascoltai tua stessa Voce, ma abbagliato lo fui d'altra luce più forte di quella a mezzogiorno, ero al Calvario. Nel Cenacolo a premessa di totale offerta, ti avevo visto nasconderti in chenosi profonda per farti per me pane, nel Figlio cinto da servo. O Trinità, di te conservo l'archetipo e il modello di mia gloria. A tua scuola docile scolaro apprendo. Dammi amore così comprendo la perla per cui svenda tutto per il suo acquisto. Mi assido ogni giorno alla Mensa e sogno per me stessa carezza che tu riservi al Re, tuo Figlio amato, e da me sognato approdo di mia finale vita, tra le tue braccia ove la vivrò infinita.
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