La "Parasceve" per gli Ebrei era vigilia di Pasqua, memoriale annuale di liberazione dall'Egitto vissuto con scrupolo ossessivo di "purità" legale, per cui numerosi erano gli ostacoli. Quel giorno, i corpi crocifissi andavano rimossi e, se non ancora "morti", gli si spezzavano le gambe per affrettarne il decesso. Capitò ai crocifissi con lui, ma, per Gesù, superfluo fu il "crurifragio". Era già morto. Un soldato tuttavia, con la lancia, perforò il fianco destro, dal quale sgorgò, come da sorgente vitale, sangue ed acqua. Fu illuminazione per l'evangelista che testimoniò dello Spirito i simboli della Chiesa: l'acqua del battesimo e il Sangue della Eucaristia. Se dalla costola di Adamo era nata Eva, da quella di Gesù nasceva la Chiesa cui il Cristo portava in dote il Sangue. Fu ermeneutica della Scrittura che parlando dell'Agnello pasquale asseriva che "non gli sarebbe stato spezzato alcun osso". Era Gesù "il vero Agnello" ma anche "l'autentico Pastore". A lui "il Guaritore ferito", volgeranno lo sguardo quanti anelano a libertà.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto di Simone Martini
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