Un nuovo passaggio in barca e Gesù raggiunse la sponda occidentale del mare di Tiberiade, abitata da Ebrei. La folla si stringevs a lui, ed egli sulla riva additava a tutti il mare per l'universalismo del suo messaggio. Favoriva in tal modo l'incontro di Israele con le "isole", come venivano chiamate dal profeta Isaia (cap. 49) le terre dei pagani. La scena si animò all'arrivo di Giàiro, il capo della sinagoga. Era venuto a perorare la salute della figlia "dodicenne" in fin di vita. Da collega di coloro che avevano scomunicato Gesù, avrà suscitato qualche disagio o mugugno tra gli astanti. Ma in quel momento agiva come padre. Prostratosi, implorò Gesù: "Vieni a imporre le mani a mia figlia, gravemente malata, perché sia salva e viva!" Gesù lo seguì. Frattanto sorprese tutti, lungo il tragitto, una donna che, da dodici anni, pativa perdite di sangue. Aveva sentito parlare di Gesù, e come sua ultima speranza, lo inseguiva tra la folla, persuasa che se avesse potuto toccare il lembo del suo mantello sarebbe guarita. Aveva infatti perduto soldi e speranza con medici incapaci, per "dodici" anni. Il numero, nella penna dell'evangelista, ammiccava a Israele: dodici erano infatti le sue Tribù. E questo era il numero degli anni della infermità della donna e della età della figlia di Giairo. Denunciava così il legalismo imperante in Israele, come causa di sofferenza e di morte. Toccato a fatica il lembo del mantello di Gesù, la donna sentì arrestarsi l'emorragia, mentre Gesù avvertiva uscire da sé una energia. "Chi mi ha toccato?" domandò, con grande stupore di tutti quelli che provarono anche a ridicolizzarlo, essendo grande la ressa della gente che lo attorniava. Ma la donna, come stanata, uscì dal riserbo e dichiarò la sua fede. Gesù la elogiò ritenendola "causa" della sua salvezza. Dalla casa di Giàiro intanto, qualcuno portava la notizia che "la fanciulla era morta". Intendeva così fermare l'inutile corteo. Ma Gesù invitò il padre a credere e, contro l'evidenza, dichiarò: "la fanciulla non è morta, ma dorme". A casa le prefiche e i suonatori di flauti facevano rituali lamenti, ma Gesù li volle allontanati ed entrò, con i discepoli di sempre, in quella che, da stanza dei genitori, era diventata "camera ardente". Gesù, rivolto alla ragazza, disse: "Talita kum!". E, come chi chiede la mano alla futura sposa alla presenza dei genitori e dei testimoni prescelti, le diede la sua, invitandola ad alzarsi. L'offerta fu nuziale. E, con gesto da "Sposo", Gesù impalmava l'Umanità.
Fra' Domenico Spatola
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