21 Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23 Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24 «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». 25 E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo». 26 E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». 28 La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.
Cafarnao era la città di frontiera con la pagana e ricca confederazione della dieci città (Decapoli). Gesù vi dimorò per un anno, perché dava più opportunità di incontri, che non la sua Nazaret, fuori dalle strade commerciali. Al solito, di sabato, entrava nella sinagoga. Non si lasciava sfuggire l'occasione per insegnare, spiegando le Scritture agli Ebrei. Suscitava stupore il suo stile autorevole e non come quello degli abituali maestri, che evadevano dai problemi reali posti dalla gente. Si trinceravano a ripetere altrui sentenze, avulse dalle reali esigenze della gente, la quale non finiva di elogiare il nuovo metodo. Tra i presenti quella mattina, in sinagoga, qualcuno si risentí. Spinto da spirito diverso e contrario a quello di Gesù, cominciò a gridare. Difendeva i maestri di Israele (scribi) dal modello e dal nuovo messaggio. Riteneva che Gesù facesse scricchiolare il sistema religioso che riteneva la forza del suo popolo. Piuttosto provava a sedurre Gesù il Nazareno, perché si collocasse dalla stessa sponda degli scribi per non rovinare Israele. Aggiunse, a sfidarlo, che aveva capito che egli era il Messia, cioè "il santo di Dio". Gesù gli imponeva severamente di tacere, ma la lotta ideologica fu drammatica. Gesù ebbe la meglio, nello stupore dei presenti che si interrogavano su di lui, che riconoscevano autorevole e soprattutto liberante. Presto in tutta la Galilea la sua fama si accrebbe e si cominciò a parlare di lui.
Di Domenico Spatola
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