venerdì 5 gennaio 2024

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo del Battesimo del Signore (anno B): Marco 1, 7-11

 
7 e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
9 In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11 E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

Gesù battezzava nello Spirito Santo. L'assunto era condiviso dai quattro evangelisti. Tutto era iniziato sulle rive del Giordano. Gesù chiedeva a Giovanni il battesimo. Il rito era la formale morte al passato. Gesù però vi applicava il nuovo senso, orientandolo al  futuro, quando sarebbe morto in croce. I due eventi vanno letti per l'evangelista specularmente. La terminologia adottata è perciò similare. "L'immersione nell'acqua" corrispondeva a  quella "nella morte".  Ma né l'acqua né la morte poterono trattenere il Signore della vita. Il rigetto fu immediato. "Il cielo squarciato", pari al "velo del tempio", indicava che non c'erano più spazi esclusivi di Dio inibiti all'uomo, né  ostacoli per dialogare con lui. Lo "Spirito si fiondò su Gesù, come colomba fedele al suo nido". Era l'amore del Padre che il Figlio consegnerà dalla croce. La "Voce" infine a commento, anticipò la vittoria del boato, il grido emesso dal Crocifisso per sconfiggere il gallo che cantò il tradimento nella notte. L'Amato è l'erede. Il Padre lo presentò al mondo, compiaciuto di  comunicare, nel Figlio, la sua vita.

Fra' Domenico Spatola 

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