Ogni anno stessa ricorrenza
impone a me magnificenza
tua di madre che mi accogliesti in
grembo
e curasti amore in tanta tua
fatica
e mi iniziasti a vita.
Latte donavi o forse no
perché dicevi non ne avevi tanto
ma trovavi modo per nutrire
d'altro cibo
crebbi sotto sguardo materno tuo
e ricordo tua voce quando mi
chiamavi per aiuto
a soluzione a tema
di qualche tuo problema
sempre com'eri indaffarata
per prole numerosa.
Grazie era il mio a te,
ogni anno
stessa data per stesso
compleanno:
tu da madre e io da figlio.
Ricordo sempre tuo consiglio,
quando ancora infantile mia età
con serietà
mi dicesti quando per altri lidi da
te mi congedavo,
non furono parole ma singhiozzi
in lacrime che tuo irrigavano
viso,
a me turbato però offristi tuo
sorriso
quando dalla corriera ti diedi
ultimo saluto.
Piansi anch'io, fu mio tributo
a distacco da te che sola amavo
ma a quella età incerta già
sognavo
ingenuo mondo che attraeva a
distrazione
poi furon tante occasioni di
incontri forti a tenerezza ma altra
carezza
mi serbasti a vigilia di tuo andare
e quella sera eri tu che partivi
e io a restare
che ti aspettavo,
e ti aspetto ancora vera
soprattutto quando nera
si fa la stagione
e ragione non trovo
che nel ricordo
e ogni anno con te ritrovo
accordo.
Fra' Domenico Spatola
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